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Intervista a Paola Paderni, docente di Politica ed Istituzioni della Cina Contemporanea all’Università Orientale di Napoli e Direttrice dell’Istituto Confucio di Napoli.
L’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” è la più antica Scuola di sinologia e orientalistica del continente europeo, con una consolidata tradizione di studi nelle lingue, culture e società dell’Europa, dell’Asia, dell’Africa e delle Americhe. L’Orientale rappresenta un importante riferimento di studi e ricerche sulle dinamiche politiche, sociali, istituzionali e culturali della contemporaneità cinese, con ben 30 convenzioni attive con prestigiose università cinesi. Infine è sede dell’Istituto Confucio di Napoli che promuove la conoscenza della lingua e della cultura cinese.
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L’Orientale ha programmi di scambio con molte università in Cina. Ne può citare uno al livello esemplificativo?
Tra i programmi di scambio che seguo, citerei prima di tutto quello con l’Università del Popolo di Pechino – la Renmin University – perché è tra le convenzioni più antiche dell’Orientale. Lanciato nella prima metà degli anni ’80, prosegue ancora oggi, prevede scambi di professori e studenti e l’organizzazione annuale di una summer school internazionale della durata di un mese (generalmente a luglio) in cui L’Orientale invia i propri studenti a parteciparvi, riscontrando un enorme successo. Un’altro è quello con la East China University of Political Science and Law di Shanghai che permette agli studenti magistrali di scienze politiche e relazioni internazionali di fare un semestre all’università di Shanghai su programmi di insegnamento giuridico e politologico, materie di mia particolare competenza.
Vi sono poi altre convenzioni che riguardano specialmente corsi in lingua cinese per i nostri studenti che vanno in Cina per uno o due semestri, ed altre che, invece, permettono agli studenti cinesi di venire nel nostro Ateneo ad imparare l’italiano.
Come state superando i problemi nella mobilità e gli scambi accademici?
Per ora le attività sono sospese, sono state rimandate di qualche mese. Per ovviare all’emergenza sanitaria legata al coronavirus, gli studenti vincitori delle borse di studio che sarebbero dovuti partire per iniziare il nuovo semestre in Cina a marzo, partiranno nel prossimo autunno, ritardando, dunque, di qualche mese la data della loro partenza.
L’Orientale di Napoli è, per definizione e vocazione, una sorta di avamposto anche della cultura cinese qui in Italia e in Europa. Come giudica la reazione del popolo cinese non solo all’epidemia ma anche all’infodemia, al racconto che di questa emergenza è stato fatto?
Se devo giudicare i cinesi che vivono in Italia, comprese le colleghe cinesi, posso dire che sono stati bravi a fronteggiare il problema e anche a non reagire ad atteggiamenti a volte ostili che si sono avuti qui da noi nei confronti dei cinesi. E che adesso purtroppo subiamo anche noi come italiani, essendo l’Italia uno dei paesi europei tra i più colpiti dal Covid-19. Ritengo che la popolazione cinese abbia reagito molto positivamente ed in modo organizzato seguendo le indicazioni date dal governo per cercare di far tornare tutto alla normalità.
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