Italia-Cina, la cooperazione continua | Angelo e Stefano, da Napoli a Shanghai per insegnare la scienza ai bambini

[vc_row][vc_column width=”2/3″][vc_column_text]Science Adventures è una giovane startup di Shanghai, fondata da due geologi napoletani, Angelo Noviello e Stefano Travaglione “Science Adventures” segue un format di lezioni per bambini (fascia d’età 6-9 anni) su qualsiasi argomento relativo al campo delle scienze, della geologia, della fisica, della biologia e della chimica.

Le attività si svolgono nelle scuole, dopo l’ordinario orario di lezione e hanno come fondamento quello di rendere un concetto scientifico, che alle volte può essere complesso, alla portata di tutti per mezzo di dimostrazioni pratiche, esperimenti e attività “Hands on” che possono essere svolte dal singolo studente in coppia o da un gruppo di studenti. Questa tipologia di attività promuove la comprensione del metodo scientifico, stimola la curiosità e l’interesse dei ragazzi e predispone gli studenti ad un più facile apprendimento.

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Com’è nata Science Adventures? Come mai due geologi napoletani fondano una startup a Shanghai?
Science Adventures si basa in primis su una forte amicizia nata tra i banchi universitari e allo stesso tempo sulla passione che entrambi abbiamo verso le Scienze in generale. E’ una startup che si occupa di sviluppare contenuti scientifici per bambini (prevalentemente scuola elementare) per fornire un servizio di “after School Program” in scuole internazionali e bi-lingua (lingua cinese e inglese). L’obiettivo è quello di distinguersi dagli altri “providers” rivisitando e rimodulando con un tocco di italianità qualcosa che negli ultimi 5 anni è stato il “trend” qui a Shanghai e che negli Stati Uniti e Canada era già ben conosciuto sin dagli anni ’90.
Abbiamo sempre avuto il desiderio di sviluppare e mettere in piedi un progetto tutto nostro e in quel periodo la città di Shanghai si prestava particolarmente bene, vista una maggiore apertura verso il mondo occidentale, un’economia forte e il “boom” delle attività educazione e di edutainment nelle Scuole.

Da quanto tempo vivete lì e com’è la vita a Shanghai?
Noi siamo a Shanghai da relativamente poco tempo: 5 anni per Angelo, 3 anni per Stefano.
Da subito si avverte la moltitudine di opportunità che questa città offre e che in qualche modo ci ha attratto sin da subito. La vita a Shanghai procede ad un passo molto più veloce che in Italia il che, se da un lato porta ad uno stile di vita molto frenetico, dall’altro contribuisce al veloce sorgere di startup aumentando sia la competizione sul mercato ma anche la crescita molto rapida per coloro che lavorano bene.

Come state vivendo questo periodo di emergenza e che impatto ha sul vostro lavoro?
Naturalmente questa fase di emergenza per via del coronavirus ha fatto in modo che la nostra attività rallentasse momentaneamente poiché le scuole sono state chiuse per diversi mesi con riapertura ancora da definire. Guardando al lato positivo della cosa, l’emergenza ci ha riportato in Italia e ci ha dato l’opportunità di entrare in contatto con una realtà bellissima quale quella di Città della Scienza con la quale lavoriamo per instaurare un rapporto di collaborazione scientifica che possa creare sinergia tra le nostre due realtà. Inoltre stiamo utilizzando questo periodo per sviluppare piccoli video, da utilizzare come attività in remoto fin quando non riapriranno le scuole.
Notate delle differenze tra il modo in cui ha reagito la comunità cinese e come sta reagendo la comunità italiana?
La reazione della comunità Cinese è stata quella di seguire con diligenza le linee guida emanate dal governo. Se pur con un certo ritardo iniziale, appena capita la pericolosità del virus, sono state messe in atto tutte le azioni possibili con urgenza, lo dimostra il fatto che il governo sia riuscito attraverso controlli serrati sulla popolazione a limitare i contagi dopo circa due mesi. Forse la comunità cinese più di quella italiana ha esperienza in merito a tali emergenze (vedi SARS 2003) ed e’ forse quello che ha dato un maggiore senso di responsabilità alla popolazione cinese nel collaborare tutti insieme. La speranza è che la comunità italiana – che ha imparato dall’esperienza cinese – continui a lavorare in modo sinergico senza creare inutile allarmismo, seguendo semplici norme, specialmente evitando discriminazioni raziali le quali come ben sappiamo non hanno nulla a che vedere con il virus.

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