Gigli (Cnr-Nanotec) |Nanomaterali e nanodispositivi puntano su tecnologie disrupting che possano cambiare i paradigmi costituiti e riaprire i mercati.

[vc_row][vc_column width=”2/3″][vc_column_text]L’Istituto di Nanotecnlogia di Lecce è un centro multidisciplinare per ricerca e sviluppo nel campo delle nanotecnologie. Le attività del centro si basano sull’impiego di nuovi modelli e approcci delle nanotecnologie in diversi contesti, che spaziano da studi di base, allo sviluppo di tecnologie emergenti, includendo progetti di ricerca applicata di interesse industriale e sociale. Le attività scientifiche e sperimentali sono svolte all’interno di collaborazioni nazionali ed internazionali con partner accademici e industriali, e possono essere classificate in quattro piattaforme tematiche fondamentali: Materiali, Fotonica e Optoelettronica, Nanobiotecnologie, e Dispositivi Avanzati. Il centro è supportata da una estesa infrastruttura di laboratori organizzati in sette facilities per lo svolgimento di attività che vanno dalla sintesi di nuovi materiali, alla fabbricazione di dispositivi, alla caratterizzazione avanzata di materiali, sistemi funzionali e dispositivi.

L’intervista è di Giuseppe Gigli, Direttore dell’Istituto di Nanotecnologia (Nanotech) e Professore di Fisica all’Università del Salento[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”9260″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Il suo istituto sviluppa ricerca scientifica di eccellenza nel settore delle nanotecnologie, quali sono le principali linee di ricerca sulle quali state lavorando per rispondere all’emergenza da Coronavirus?

Presso l’istituto di Nanotecnologia del CNR sono attive diverse linee di ricerca nel settore della medicina di precisione, la branca della medicina che mira a sviluppare tecniche diagnostiche e terapeutiche calibrate sul singolo paziente. Ogni individuo è difatti diverso dagli altrie ogni malattia in individui diversi assume caratteristiche peculiari che devono essere trattate con approcci calibrati sulle singole specificità. Lo sviluppo di tali terapie necessita di modelli, per lo studio dei meccanismi biologici alla base della patologia e per il successivo test dei farmaci, che ben rappresentino il fenotipo del singolo paziente. L’approccio seguito dal nostro istituto per raggiungere questo obiettivo è la ricostruzione in vitro di porzioni di organo/tessuto partendo dalle cellule del malato, in particolare da cellule staminali pluripotenti differenziate nelle cellule mature desiderate. Tali dispositivi, detti Organ-on-Chip si candidano ad essere strumenti potentissimi per la terapia di malattie oncologiche, neurodegenerative ma anche virali come la recente COVID19. Un farmaco con potenziali effetti benefici e/o collaterali differenti su pazienti diversi potrebbe essere testato preventivamente in un ambiente che riproduce fedelmente quello reale.

Il 2020 celebrerà il 50º anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina, quali sono a suo parere le tematiche di maggiore interesse per la cooperazione nel suo settore?

La Cina e l’Italia hanno una lunga tradizione di collaborazione in settori che spaziano dall’alta tecnologia ai beni culturali. Senza dubbio la salute dell’uomo è una tematica di grande interesse comune con investimenti importanti programmati in entrambi i paesi. In particolare, l’incontro tra la medicina tradizionale cinese e la medicina moderna occidentale è un importante occasione di sinergia tra due grandi culture lontane ma allo tesso tempo molto vicine. II detto degli antichi romani mens sana in corpore sanosembra essere ribaltatonella medicina cinese tradizionaleche ricerca il benessere della mente per raggiungere quello del corpo, ma le due visioni in realtà convergono nelle due facce della stessa medaglia.

Con il progetto “Made in China 2025”, la Cina investe per diventare il leader mondiale nel dominio tecnologico, quali sono le future opportunità di cooperazione con la Cina nel settore delle Nanotecnologie e dei nanomateriali?

La Cina ha vinto molte delle sfide mondiali tecnologiche divenendo leader in settori in cui l’Europa ormai non gioca più ruoli rilevanti. Esempio eclatanteè il settore dell’elettronica di consumo e dei PC. In tale contesto la cooperazione ha ragion d’essere principalmente in ambiti emergenti, puntando su tecnologie disrupting che possano cambiare i paradigmi costituiti, riaprire i mercati e generare nuove competizioni. Tra le grandi sfide che possono e devono essere condotte insieme, senza dubbio lo sviluppo di nuove piattaforme quantistiche/neuromorfiche basate su componenti fotoniche piuttosto che elettroniche. Nuovi computer a basso consumo energetico e velocità elevatissimache simulano l’architettura del cervello umano per ottenere potenze di calcolo oggi inimmaginabili. Tali oggetti passano attraverso lo sviluppo di nuovi nanomaterali e nanodispositivi avanzati, settori in cui le sinergie tra Cina e Italia possono essere enormi.

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