[vc_row][vc_column width=”2/3″][vc_column_text]TOchina Hub è un centro promosso dall’Università di Torino in collaborazione con la ESCP Business School e il Torino World Affairs Institute (T.wai) per promuovere un modello innovativo di cooperazione accademica con alcune delle università cinesi più importanti, tra cui la Peking University, la Beijing Foreign Studies University, la Zhejiang University and la Guangdong University of Foreign Studies. Lo scopo è quello di creare un centro di conoscenza integrato non solo come campo di ricerca, ma come partner indispensabile per preparare le future generazioni ad una cultura cosmopolita e di forte competenza professionale. (www.tochina.it)
L’intervista è di Francesco Silvestri, Acting Director for China di TOChina Hub, e docente di Public Policy presso la Beijing Foreign Studies University.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”9177″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
Quali sono gli aspetti peculiari del programma TOChinaHub per la cooperazione scientifica ed accademica / quali sono i principali programmi di cooperazione scientifica ed accademica con la Cina ?
Dal 2007, il TOChinaHub eroga programmi di alta formazione, ricerca accademica ed engagement strategico con la Cina avvalendosi di un team consolidato di docenti e ricercatori e di partenariati con atenei, istituzioni e imprese – italiane e cinesi – di primo piano. Dal punto di vista accademico gli iscritti alla Laura Magistrale in Scienze Internazionali, profilo China & Global Studies, dell’Università di Torino hanno a disposizione più di 50 posti ogni anno per partecipare a programmi di double degree o di mobilità per crediti con quattro prestigiosi atenei cinesi: BeijingForeignStudiesUniversity (Pechino), Zhejiang University (Haining), TongjiUniversity (Shanghai) e GuangdongUniversity of Foreign Studies (Guangzhou). Allo stesso modo, vi è l’opportunità per i migliori studenti cinesi di queste università di studiare a Torino (www.tochina.it/chinaglobalstudies).
Oltre ai programmi curriculari, l’istituto organizza programmi di alta formazione pensati per formare capitale umano proattivo, dotato di competenze solide, strumenti aggiornati e sensibilità interculturale nelle relazioni con la Cina. Ad esempio, la TOChina Summer School e il ChinaMed Business Program (CMBP) sono orientati rispettivamente alla dimensione socio-politica della Cina nell’ordine internazionale, e alle relazioni di business tra Europa e Asia. Questi due programmi – eccezionalmente erogati online nel 2020 ma tradizionalmente svolti a Torino (la Summer School) e in Cina (il CMBP) – sono rivolti a un’audience internazionale e si avvalgono di una faculty di caratura mondiale. Per quanto riguarda le attività di disseminazione, il TOChinaHub offre il suo contributo al dibattito nazionale principalmente tramite il trimestrale OrizzonteCina (www.orizzontecina.it), la prima rivista scientifica italiana- classificata dall’ANVUR – interamente dedicata alle dinamiche politiche, alle trasformazioni socio-economiche e culturali della Cina contemporanea. Dal 2010 sono stati pubblicati oltre 70 numeri della rivista, per un pubblico di oltre 10.000 lettori tra cui funzionari, studiosi, professionisti, imprenditori e studenti.
Come avete superato le difficoltà per la realizzazione delle attività in questi mesi di emergenza sanitaria, prima in Cina e poi in Italia?
Utilizzando molta flessibilità, cercando di prevedere i possibili scenari, e senza mai venir meno alla qualità dei contenuti erogati e alla sicurezza degli studenti. Siamo stati uno dei primi atenei a raccomandare e agevolare un rientro anticipato dei nostri studenti in Italia, una settimana prima della dichiarazione dello stato di emergenza da parte dell’OMS e delle conseguenti misure di restrizione del traffico aereo. Non abbiamo rinunciato a erogare i contenuti che ci sono propri e la formazione che riteniamo fondamentale, ancor di più oggi, per formare studenti e neo-laureati in grado di interagire con la Cina in un mondo sempre più complesso e incerto. Sia il ChinaMed Business Program che la TOChina Summer School verranno erogati online mantenendo invariata la line-up di docenti stabilita in origine.
La TOChina Summer School è riconosciuta come uno dei più prestigiosi programmi di formazione europei dedicati alla discussione delle principali agende di ricerca su politica, economia politica e relazioni internazionali della Cina. Nelle 13 edizioni precedenti ha raggruppato a Torino i maggiori studiosi in questi ambiti. Quest’anno, per la prima edizione online del programma, interverranno docenti del calibro di Patricia Thornton (University of Oxford), Anthony Saich (Harvard Kennedy School) e profili del mondo culturale cinese come Kaiser Kuo (Sinica Podcast). (www.tochina.it/summerschool)
Il ChinaMed Business Program nella edizione speciale per l’estate 2020, erogherà 120 ore di formazione online progettata per fornire a un gruppo selezionato di potenziali manager e imprenditori competenze strategiche nei settori dell’internazionalizzazione delle imprese, della gestione interculturale e dell’imprenditorialità, con particolare attenzione alla Cina e alle sue relazioni commerciali con la regione euro-mediterranea. Dal 2016 il programma è sviluppato in partnership con Peking University e ospitato nei campus di Pechino, Chongqing e Shenzhen. Anche per la sua edizione online, Peking University ha garantito pieno supporto e gli studenti otterranno un certificato finale erogato insieme dal TOChinaHub e da dalla Peking University. (www.chinamedbusiness.eu)
La Cina ha due mesi di anticipo nella diffusione e quindi nella fine dell’epidemia del Coronavirus, quali sono a suo parere i principali assi di cooperazione internazionale su cui mira la Cina per la ripresa?
È verosimile che assisteremo a una ripresa cinese a macchie di leopardo, sia in senso geografico che settoriale. Le imprese orientate all’esportazione soffriranno particolarmente il calo degli ordini dall’estero e la parziale riconfigurazione delle supply chain manifatturiere. Le aree geografiche più reattive saranno senza troppe sorprese i poli più avanzati. Vedremo sicuramente un ulteriore irrobustimento del settore digitale, che ne esce ulteriormente rafforzato nella legittimazione e nelle possibilità di sperimentazione, anche grazie al grande supporto che le maggiori aziende tech hanno fornito nella fase di gestione dei momenti più critici dell’epidemia. Si tratta dunque di un consolidamento di trend già in essere. Vi saranno sicuramente innovazioni – in un certo senso obbligate – nella logistica e nei trasporti. È in ogni caso evidente che tutta l’economia cinese, dal retail al manifatturiero, dovrà riorganizzarsi per funzionare in un mondo post-Covid, ovvero uno scenario dove le pandemie saranno più frequenti. Si tratterà dunque di cambiamenti non passeggeri, ma che si consolideranno e verranno integrati nelle strategie di business. È dunque probabile che assisteremo a un crescendo di sperimentazioni nell’ambito della mobilità e delle smart cities (e di tutte le tecnologie a esse riconducibili), nell’integrazione online-to-offline e nella ricerca medica. In questi settori vi potrebbero essere numerosi spazi di proficua collaborazione a livello internazionale, sia a livello di imprese sia di istituzione pubbliche, università e ricerca.
Il 2020 celebra il 50° anniversario dei rapporti diplomatici tra Italia e Cina, come evolverà la cooperazione bilaterale del dopo Covid-19 e quali sono le attività che avete messo un campo?
Certamente il “Piano d’Azione verso il 2025” sulla cooperazione scientifica e tecnologica sarà una traccia importante per orientare i rapporti bilaterali tra i nostri paesi, oltre alla cooperazione sul turismo che purtroppo quest’anno è stata messa in standby. Altri ambiti molto dinamici potrebbero essere le scienze della salute e la ricerca medica e i settori dove vi è già una marcata esperienza di collaborazione, come lo spazio, l’ambiente e i beni culturali.
Come TOChinaHub, il 50° anniversario sarà una occasione per rafforzare i nostri partenariati. Oltre ai programmi menzionati in precedenza, vorrei enfatizzare l’agenda di ricerca ChinaMed, un progetto sviluppato congiuntamente dal TOChina Hub e dal Center for Mediterranean Area Studies della Peking University, che ambisce ad analizzare il ruolo della Cina nella regione del Mediterraneo allargato (28 paesi in totale). Attraverso un portale liberamente accessibile online (chinamed.it), il progetto condivide in forma dinamica decine di serie di dati sulla presenza cinese nella regione oltre ad analisi qualitative in inglese fondate sul dibattito mediatico e accademico sviluppatosi in cinese e in tutte le lingue della regione mediterranea. A luglio 2020, si terrà il secondo ciclo di seminari nell’ambito del progetto “China in the Mid-Med Series: connectivity & security”, organizzata da ChinaMed e Tel Aviv University. Inoltre, nell’ambito del Beijing Forum, la più importante conferenza internazionale organizzata dalla Peking University, il progetto ChinaMed curerà una sezione dedicata ai rapporti politici, economici e storici tra Italia e Cina.
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